Quando il farmacista acquista consapevolezza della sua stessa professione e professionalità, diventa anche capace di uscire dai luoghi abituali in cui opera per arricchire con la sua esperienza e conoscenza contesti diversi, sia di natura strettamente sanitaria che sociale.
Può rivelarsi utile e altamente professionalizzante la partecipazione del farmacista a campagne di educazione sanitaria all’interno delle scuole o in altri contesti come palestre o associazioni, sfruttando le abilità comunicative e l’empatia apprese e sviluppate grazie al continuo contatto col pubblico.
La svolta, l’upgrade, avviene quando l’attività di divulgazione diviene parte integrante dell’attività del farmacista stesso che diventa o, meglio, torna a essere, fulcro della conoscenza medico-scientifica e suo portavoce all’interno della società.
Oltre a presenziare eventi organizzati da altri, il farmacista può esserne promotore e utilizzare i molti contatti quotidiani per crearsi un pubblico di riferimento a cui rivolgersi.
Molto utile se si intende portare avanti un progetto di questo tipo è la creazione di uno spazio all’interno o in locali attigui alla farmacia, abbastanza ampio da ospitare un numero di persone adeguato all’obiettivo che si vuole raggiungere.
Per iniziare, una sala dove contenere agevolmente 15 sedie o poltroncine, attrezzata con un video proiettore, adeguatamente climatizzata e attigua a un bagno può essere assolutamente sufficiente.
Il farmacista in questo contesto oltre che relatore in prima persona, cosa auspicabile per aumentare la percezione da parte del pubblico delle sue competenze e capacità, può invitare altre figure a portare la loro expertise in ambito sanitario e non solo.
Quest’apertura può contribuire a rendere la farmacia e il farmacista collettore di altre figure e, sempre di più, punto di riferimento anche in termini di rete di conoscenze.
Risulterà utile trovare argomenti da analizzare in modalità multidisciplinare, invitando a intervenire ad esempio medici, infermieri, psicologi, ostetriche, fisioterapisti, ma anche logopedisti, insegnanti, persino musicisti e danzatori.
Nelle farmacie in cui questi progetti sono già stati posti in essere, il riscontro è cresciuto nel tempo, partendo con timide adesioni a eventi sporadici, fino a raggiungere veri e propri appuntamenti ciclici che hanno caratterizzato la proposta della farmacia stessa.
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